1° giugno 2025 – Anno C
Se fosse possibile, tutti vorremmo vedere Gesù con i nostri occhi; toccare, come Tommaso, le sue ferite e appoggiarci alla sicurezza della sua presenza: vorremmo Dio a nostra disposizione per nasconderci all’ombra della sua fatica! Invece il messaggio che la festa dell’Ascensione ci consegna è di segno totalmente opposto: Gesù, varcando il confine del tempo e dello spazio ed entrando nella sfera di Dio, lascia nel mondo un gruppo di uomini buttandoli nella mischia dei popoli: andate in tutto il mondo! Agli apostoli, come a noi, non piace umanamente questa soluzione e si capisce bene dalla domanda: Signore è arrivato il tempo in cui ti farai conoscere da tutti? La risposta di Gesù è fin troppo chiara: non spetta a noi conoscere i tempi e i momenti del Regno di Dio, ma solo alla Sua libertà e alla Sua sapienza. Cosa dobbiamo fare allora? Ecco il senso della festa di oggi!
Con l’Ascensione di Gesù avviene ciò che accade ad ogni bambino, quando la mamma improvvisamente stacca le sue braccia e lo lascia camminare da solo. Infatti con l’ascensione di Gesù è nata la missione della Chiesa, è nata la fatica degli uomini, la nostra responsabilità, è iniziato il tempo in cui inizia la più folle delle scommesse di Dio: quella di diventare suoi annunciatori, suoi testimoni (noi vorremmo nasconderci dietro l’ombra di Dio, Dio invece si nasconde all’ombra dell’uomo: meraviglioso coraggio!). Ci sembra troppo ardua questa missione? “Avrete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in Giudea, nella Samaria e fino ai confini della terra”: Gesù è nascosto, ma non è assente. L’Ascensione non indica un distacco, ma un modo nuovo di Gesù di stare con i suoi. Ascendere vuol dire entrare in un rapporto definitivo con Dio. Come il cielo copre tutta la terra, così il Signore, ascendendo in cielo, comprende e avvolge tutti (dallo stesso cielo, fecondato dall’ingresso del Risorto, scende lo Spirito). Non è quindi un allontanarsi, ma un avvicinarsi più profondo e coinvolgente. E questo si comprende dalla gioia dei discepoli: Dopo averlo adorato i discepoli tornarono a Gerusalemme con grande gioia. Come è possibile gioire mentre il Signore si allontana? Evidentemente perché hanno capito che nessuno al mondo avrebbe mai allontanato Gesù dalla loro vita (Paolo: chi ci separerà dall’amore di Cristo?). La gioia dei discepoli sia e diventi sempre più anche la nostra, perché anche noi viviamo ciò che essi hanno vissuto.
don Simone